Su di un’affollata spiaggia di un paesino del sud della Spagna, bagnata dalle calme e tiepide acque del Mar Mediterraneo, in mezzo a grandi e colorati ombrelloni che riparavano dal ruggente sole, c’era un piccolo ombrello a righe arcobaleno, di molto più basso di tutti quanti gli altri. Uno di quelli ombrelli pieghevoli che si possono portare comodamente dietro durante un pic-nic, per intenderci.
Il proprietario di quella spiaggia, il Sig. Rib, lo aveva portato con sé dal posto di mare in cui era cresciuto, sulle lontane coste dello stato di New York, e dove ogni notte sognava di ritornare.
Il piccolo ombrello, però, proprio per le sue ridotte dimensioni, veniva sempre lasciato da parte dai frequentatori della spiaggia, che preferivano di grand lunga gli ombrelloni più grandi, in grado di ripararli meglio dal torrido sole.
Solo ogni tanto qualche più o meno vivace bambino chiedeva al Sig. Rib di tirarlo fuori dal magazzino accanto alla rimessa dei pedalò, per giocare sotto la sua ombra, trasformandolo una volta in una piccola capanna, una volta nella calotta di un razzo spaziale, una volta in una scialuppa di salvataggio.
Ma alla sera, quando tutti gli ombrelloni veniva riposti nel magazzino, il piccolo ombrello si ritrovava di nuovo solo, perché nessuno degli ombrelloni più grandi aveva interesse a parlare con lui. A dire il vero molti di loro non si erano nemmeno mai accorti della sua presenza!
Solo uno dei grandi ombrelloni, con larghe righe gialle e blu, un giorno, accortosi del piccolo ombrello arcobaleno tutto solo in un angolo, si rivolse a lui dicendo: “Ehi tu, piccoletto, perché sei così taciturno? Non ti godi forse la calda estate, il chiacchierio della gente, i profumi del cocco fresco e delle creme solari? Questa è senza dubbio la stagione più bella per noi ombrelloni!”
L’ombrello arcobaleno, dapprima intimidito, si fece coraggio e rispose: “Vedi, tu sei un grande ombrellone, tutti in spiaggia hanno bisogno di te per ripararsi dal caldo sole. Ogni giorno tu esci da questo magazzino per portare fresco riparo a coppie di innamorati, famiglie felici, incalliti play-boy. Ma io…io sono talmente piccolo che qui nessuno mi vuole. Da dove venivo invece ero importante! Nessuno andava in spiaggia senza un piccolo ombrello pieghevole, in grado di resistere al forte vento senza volare via. Ora è tutto diverso. Anche quelle poche volte che qualcuno chiede di me, i bambini mi riempiono di sabbia, che finisce per rovinare i miei perni, oppure mi tirano a destra e a sinistra per divertirsi nei più stravaganti giochi. Ah…come vorrei anch’io trovare di nuovo qualcuno che amasse leggere un bel libro o sentire della buona musica sotto la mia ombra!”
Il grande ombrellone allora, con tono comprensivo ed amorevole, disse: “Mi dispiace molto che questa spiaggia non sia anche per te un luogo felice, ma almeno d’ora in poi sappi che avrai sempre un buon amico ad ascoltarti e consolarti!“.
Quello fu l’inizio di una lunga amicizia. Tutte le sere, il grande ombrellone giallo e blu, nel magazzino, si metteva vicino al piccolo ombrello arcobaleno e gli raccontava di tutto quello che era accaduto sotto la sua ombra, così anche lui poteva sentirsi parte dell’allegra vita della spiaggia.
La stagione estiva terminò in un batter d’occhio, ma altrettanto rapidamente tornò la primavera.
Quando venne il momento di iniziare i preparativi per la riapertura della spiaggia, tuttavia, gli ombrelloni, invece che essere sottoposti alla solita manutenzione, furono caricati su un grande camion, che si mise in viaggio verso una destinazione sconosciuta.
Il piccolo ombrello arcobaleno era spaventatissimo: “Dove ci staranno portando? Sono ore che viaggiamo. E se si volessero liberare di noi? Niente di simile era mai accaduto fino ad ora…”
Dopo un lungo e indefinito tempo trascorso al buio nel camion, il rumore del motore si fermò e, tra la paura di tutti, le porte del camion si aprirono.
D’improvviso, un profumo fresco e sapido di mare riempì il camion. Che incredibile spettacolo si trovarono davanti gli ombrelloni! Una lunghissima spiaggia dorata, incorniciata da rigogliose dune di sabbia, correva lontana a perdita d’occhio. Onde altissime e spumeggianti si infrangevano sul bagnasciuga, accarezzandolo e creando come una musica, molto diversa dal calmo mormorare del mare al quale gli ombrelloni erano stati sempre abituati.
L’iniziale stupore in breve tempo però si tramutò però in preoccupazione…intorno a loro, infatti, nessun ombrellone, ma solo un fortissimo vento, che faceva sventolare incessantemente le colorate bandierine delle torrette dei guardia spiaggia.
“E ora? Come faremo a non volare via?” si chiedevano gli ombrelloni.
A dispetto delle loro preoccupazioni, il volto del Sig. Rib era invece radiante di felicità. Sì, quella era proprio la spiaggia in cui era cresciuto e dove finalmente era riuscito a ritornare!
E poi, il Sig. Rib aveva già in mente la soluzione per fissare saldamente i suoi grandi ombrelloni alla spiaggia, forse un po’ più scomoda per loro, ma certamente sicura. Fu sufficiente infatti attaccare ad ogni ombrellone dei resistenti cavi da fissare nella sabbia con delle pesanti staffe di metallo, che seppure tiravano un po’ troppo i teli colorati, torcendoli in pieghe innaturali (con fastidio soprattutto degli ombrelloni più anziani), alla fine furono accettati di buon grado dai grandi donatori di ombra, che potevano così compiere serenamente il compito al quale erano destinati.
Nelle giornate di vento più forte, però, quelle in cui è quasi impossibile leggere una rivista o persino farsi sentire dal proprio vicino, solo uno tra tutti gli ombrelloni era sempre il primo (se non l’unico!) ad essere richiesto: il piccolo ombrello arcobaleno, perfetto per riparare dal forte vento senza coprire troppo il piacevole e tiepido sole.
E in quei giorni, dove la gran parte dei grandi ombrelloni rimaneva chiusa nel ripostiglio, era il piccolo ombrello che alla sera raccontava al grande ombrello giallo e blu la sua giornata, per distrarlo dalla noia delle ore passate ad aspettare un nuovo giorno, sperando che girasse il vento.
In fondo, è proprio a questo che servono gli amici, no?!